Brexit, catastrofismo inutile; da Londra piano a 5 punti, tagli a tasse imprese

Il catastrofismo degli anti Brexit riguardo alle sciagure economiche? Nulla di fondato, e non fa certo differenza il calo subito dalla sterlina (che si è subito ripresa) dopo l’uscita dell’UK dall’Unione Europea.
I mercati, lo si sa, vanno su e già con niente. E adesso l’economia tira nuovamente il respiro, lontano dai disastri preannunciati a breve e lungo termine. Anzi, Londra vuole volare alto, e parla già di nuove proposte perché l’economia continui ad essere rigogliosa.

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Il cancelliere britannico George Osborne ha infatti proposto un piano di cinque punti che potrebbero finalmente dare un taglio al negativismo anti-UK. Un piano il cui scopo principale è quello di ridurre le tasse alle imprese e di rilanciare l’imprenditorialità, una sorta di dumping fiscale che abbatterebbe le tasse per le aziende al 15% dal 20%. Così Londra, alla faccia dei gufi, continuerà ad attirare nuovi imprenditori e a far girare l’economia. La mossa assomiglia molto alla strategia economica irlandese, che prevede tasse per le imprese al 12,5%, fra le più basse d’Europa.

Osborne intende dare un segnale ad investitori e imprenditori: Londra continua ad essere ciò che era anche prima, il regno del commercio e degli affari, alla faccia di chi pensava al disastro post uscita dall’UE.
Un altro dei punti studiati da Osborne prevede che la Banca di Inghilterra apra al credito per le imprese, evitando quindi che si crei una seconda crisi finanziaria come era avvenuto nel 2008. Adesso si attende un parere in proposito dalla Banca inglese. Assieme all’abbattimento delle tasse, questo potrebbe essere un provvedimento davvero goloso per i nuovi imprenditori dell’UK.

Londra rilancia l’economia anche con il terzo ed il quarto punto, che prevedono l’apertura con il commercio con la Cina, Paese che il governo inglese visiterà ufficialmente quest’anno. Inoltre il Regno Unito investirà su opere pubbliche, in particolare sulla costruzione di nuove ferrovie.
I cinque punti del piano Osborne non sono certo un tentativo di trasformare il Regno Unito in un paradiso fiscale, anzi. Certo, il primo segnale di libertà dell’UK dall’Unione Europea è forte: l’abbattimento delle tasse per le imprese, obbiettivo lontano dal ritornello del “ce lo chiede l’Europa”. Ed è solo l’inizio di una nuova era dell’economia inglese.

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