Per la Colombia il 23 giugno 2016 sarà una data da ricordare.
Una data che segna il cessate il fuoco fra la guerriglia della Farc e l’esercito della nazione. Il combattimento fra i ribelli e le forze colombiane ha avuto inizio il 9 aprile del 1948, quasi settant’anni fa, dopo l’omicidio di Gaitan Eliecer, un politico progressista che spingeva per la riforma agraria che, a suo dire, avrebbe reso “equa la Colombia”. Dopo la morte di Eliecer, si scatenò in Colombia una rivolta popolare di dimensioni inaudite, che gli storici definiscono El Bogotazo.
Da quel momento partì quella fase storica soprannominata “La violencia“, lo scontro, durato formalmente fino ad oggi, fra i sostenitori di Gaitan e quelli invece del governo. Durante le proteste per l’omicidio di Gaitan, per mano di Juan Roa Sierra, furono uccise 3mila persone. Altri 300mila moriranno in tutti i settant’anni, o quasi, di guerriglia civile che ne seguirono. Le FARC, Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, per decenni hanno condotto una guerra civile sanguinosa, e non a caso sono considerate fra le organizzazioni ribelli più longeve del mondo. Macchiatosi di molti omicidi anche nei confronti dei cittadini esteri, le FARC proseguirono la loro guerra contro il governo lasciando il paese in una situazione di caos e di insicurezza.
Tentativi di tregua erano già stati esperiti negli anni precedenti, ma erano stati violati anche dal governo colombiano.
Per finanziare le loro attività, le FARC utilizzano una tassa che riscuotono nelle zone dove hanno più influenza. Opponendosi alla “modernizzazione forzata del paese”, le FARC hanno occupato interi territori. Ultimamente il narcotraffico aveva trovato uno spunto nella loro attività, e questo non aveva fatto altro che rendere più sanguinosa la guerra. Oggi le FARC ed il governo colombiano hanno deciso di raggiungere un accordo di pace, e lo hanno fatto a L’Havana.
“Le delegazioni del governo nazionale e le Farc-Ep vorrebbero informare il pubblico che abbiamo con successo raggiunto un accordo su base bilaterale per il cessate il fuoco definitivo” hanno detto i negoziatori.
Le parti avrebbero raggiunto accordi anche riguardo al disarmo e alla lotta contro i gruppi paramilitari ribelli. Le due parti avevano già trovato in passato intese sulla riforma agraria, sulla lotta alla droga, sul risarcimento per le famiglie delle vittime del conflitto, e anche per il non arruolamento dei bambini soldati, combattenti sotto i 15 anni.
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