La richiesta della Procura Generale di Firenze per l’ex comandante della Nave Concordia, Francesco Schettino, è di 27 anni e 3 mesi di reclusione. Questa è stata la prima tappa del processo in appello per la tragedia della Concordia, affondata all’isola del Giglio nel gennaio del 2012; 32 le persone che morirono a causa del naufragio.
La richiesta è stata formulata dal procuratore generale della città toscana, Giancarlo Ferrucci. I principali elementi riportati da Ferrucci per la richiesta sono stati 9 anni di prigione per il naufragio colposo (anziché i 5 richiesti in primo grado), 15 anni per omicidio colposo plurimo e lesioni plurime colpose, inclusa l’aggravante della colpa cosciente (che invece il giudizio di primo grado aveva escluso).
Insomma, in totale per l’ex comandante sono stati chiesti a 27 anni e tre mesi, una richiesta ben più aspra rispetto a quella formulata nel primo grado del processo, cioè 16 anni di reclusione. Schettino non ha presenziato all’udienza, ha preferito rimanere nella città partenopea.
La difesa dell’ex comandante, l’avvocato Laino, ha voluto riferire che il suo cliente è “tranquillo”. Il legale ha richiesto inoltre la rinnovazione del dibattimento, puntando soprattutto sulla testimonianza del timoniere di origini indiane, Bin, che però è per il momento irreperibile.
Il ricorso in appello, lo ricordiamo, era stato presentato dallo stesso Schettino per ottenere una riduzione della pena. L’avvocato delle vittime, invece, rifiuta una nuova perizia nel processo di appello. Massimiliano Gabrielli, questo il nome del legale che difende i parenti delle vittime, sostiene che sul banco degli imputati manchi un soggetto importante: Costa Crociere, che a detta del legale avrebbe “creato il terreno per la tragedia messa in opera da Schettino”.
Il legale invoca il riconoscimento di responsabilità più ampie, riferite non solo all’ex comandante ma anche ai “malfunzionamenti della nave” nonché alla scarsa preparazione dell’equipaggio, aspetti che secondo Gabrielli non sono mai stati seriamente presi in considerazione nei vari gradi del giudizio.
Anche l’avvocato Michelina Suriano ha detto di non essere soddisfatta dal fatto della “generalizzazione del tipo di danno”, soprattutto dal punto di vista economico, e inoltre sul mancato riconoscimento del danno patrimoniale, “cosa indicibile” secondo il legale.
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