Dacca, cerimonia in omaggio delle vittime: il dolore dell’Italia

La strage di Dacca, avvenuta per mano di un commando islamico, è stata la peggiore strage di civili italiani dall’11 settembre. Le modalità, l’efferatezza hanno denotato una ferocia senza limiti e senza perché. In queste ore è in corso nella capitale del Bangladesh, nel quartiere Banani, una cerimonia in omaggio delle venti vittime innocenti dell’attentato al locale di Dacca.
Si riaccendono intanto le polemiche circa le modalità dell’attacco. Il governo del Bangladesh ha smentito che dietro quei giovani terroristi ci fosse l’ISIS. I terroristi erano tutti bengalesi e giovani, istruiti, benestanti, abitavano con le loro ricche famiglie nei quartieri “bene”, alcuni di loro avevano studiato all’estero.

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Sono stati proprio gli ex compagni di università a riconoscere i loro volti: giovani di età compresa fra i 21 ed i 27 anni, da tempo spariti, non si sapeva che fine avessero fatto. Ormai diventare miliziani è una moda, anche fra i giovani ricchi.
Secondo il ministro dell’interno, Asaduzzaman Khan, i terroristi “erano membri del gruppo jihadista bengalese Jumatul Mujahedeen Bangladesh“.
Il gruppo jihadista è stato bandito dal Paese da dieci anni: resta comunque da spiegare perché, nelle foto diffuse dalla polizia, i giovani terroristi facessero la loro comparsa con alle spalle la bandiera nera del Califfato.

Adesso però è il tempo del dolore per l’Italia, colpita duramente al cuore dalla violenza jihadista che non lascia tregua nel mondo.
Sergio Mattarella per raggiungere l’Italia ha lasciato il Messico, dove era in visita, ed ha ricordato: “i connazionali vittime di una violenza terrorista che semina morte in tutti i continenti”.
Ed ha aggiunto: “Tutti gli italiani sono con animo triste per i connazionali vittime di una violenza terrorista che semina morte in tutti i continenti. Erano impegnati con la loro presenza a contribuire alla crescita del Bangladesh. Hanno impersonato il contrasto tra una pacifica convivenza e l’ottusità e la violenza del terrorismo”.

Matteo Renzi, presidente del Consiglio, ha sostenuto: “Era un commando pronto a tutto. Abbiamo seguito in diretta ogni momento. Io credo che tutto sia necessario tranne ricostruzioni che poi spesso sono false. Loro sono entrati lì per uccidere. Ora siamo una grande famiglia colpita da un dolore, ci sono divisioni politiche ma poi i valori grandi forti della grande famiglia italiana. Ringrazio il Presidente della Repubblica che ha scelto di interrompere il suo viaggio per stare vicino alle famiglie. Tutta la fase della discussione politica deve essere all’insegna dell’interesse nazionale e della Patria”.
Un aereo ha già raggiunto Dacca, il rimpatrio delle salme delle povere vittime dell’attentato dovrebbe avvenire nel corso della settimana.
Fra le vittime dell’attentato, ha confermato il Giappone, vi sono anche sette cittadini giapponesi, in zona per lavoro, ed un cittadino americano.

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