Il repubblicano e magnate statunitense Donald Trump ha ufficialmente conquistato la convention repubblicana, ed è stato nominato, ieri sera attorno alle 21, il candidato per la corsa alla Casa Bianca del 2016. La maggioranza che Trump ha conquistato è abbondante: 1725 delegati, un numero nettamente superiore a quella richiesta dalla legge, che la fissa a 1237. Non è servito a nulla il tentativo interno ai repubblicani, il cosiddetto “Never Trump”, di mettere i bastoni fra le ruote al politico; fra i 16 soggetti che aspiravano alla Nomination, Trump l’ha spuntata con un netto vantaggio su tutti.
Il conferimento dei delegati non è stato effettuato da una persona qualunque, bensì dal figlio stesso di Trump, Donald Trump jr, ragazzo 38enne e determinato che ha anche tenuto un discorso sul palco, sostenendo il padre, delineandolo come un uomo “deciso, anzi pronto a raccogliere ogni sfida possibile”.
“Sono il figlio di un grande uomo” ha sostenuto il primogenito di Trump, che ha descritto il padre come una persona per cui la parola “Impossibile” costituisce “solo il punto di partenza”.
Un momento davvero emozionante per Trump e per la famiglia, che si è trovato di fronte i rappresentanti di ben 50 stati americani, e dopo molte polemiche, frizioni, scontri e corse, alla fine anche il candidato repubblicano per la Casa Bianca è di fronte agli occhi di tutti.
Dopo la conta dei delegati della nomination, Trump, emozionato, ha scritto su Twitter: “E’ un grande onere essere nominato per la candidatura repubblicana alla presidenza degli Usa. Lavorerò sodo e non vi deluderò mai”.
Il Partito di Trump, il Grand Old Party, deve ritrovare l’unità: questo è stato sostenuto anche dalla massima carica del partito stesso, Paul Ryan.
Paul Ryan ha anche previsto il risultato delle elezioni: “La prossima volta che ci sarà il discorso sullo stato dell’Unione non so dove saranno Joe Biden e Barack Obama. Ma troverete me lì, sullo scranno della Camera, col vicepresidente Mike Pence e il presidente Donald Trump”. Mike Pence è l’attuale governatore dell’Indiana, e probabilmente futuro vice presidente, se Trump verrà eletto.
Condanna ed attacco frontale, infine, nei confronti dell’acerrima nemica di Donald Trump, Hillary Clinton, anzi “Hil-liar-y” come è stata ironicamente chiamata.
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