Non si placa la veemente protesta dei francesi per la Loi Travail, la contestata legge sul lavoro voluta dal ministro Myriam El Khomri. La riforma non piace affatto ai francesi, che prima di Euro 2016 hanno messo a ferro e fuoco la Francia, e hanno bloccato i trasporti e scioperato mettendo a disagio e a repentaglio anche lo svolgimento degli Europei.
Migliaia di persone sono giunte fino alla capitale, Parigi, per prendere parte alla maggiore manifestazione mai fatta contro quello che è stato soprannominato il “Jobs Act” francese. Almeno 700 autobus hanno raggiunto la capitale, e da Place d’Italie sono iniziati i primi scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, e le violenze alle quali ormai queste manifestazioni ci hanno abituato.
I manifestanti, a volto coperto, hanno distrutto diverse vetrine e anche le pensile degli autobus in una delle zone più belle e raffinate della capitale francese. La polizia ha risposto alla violenza con i lacrimogeni ed ha disposto almeno 15 fermi.
Secondo Le Monde, almeno quaranta persone sono rimaste ferite nel corso degli scontri: un uomo, colpito alla schiena da un razzo, ed altre persone.
Nel frattempo proseguono gli scioperi dei tassisti, che però è rivolta alla concorrenza selvaggia, e i dipendenti della ferrovia dello Stato SNFC, che però avrebbe assistito ad una bassa adesione all’agitazione: almeno il 90% dei collegamenti ad alta velocità, infatti, sarebbe in funzione.
I francesi stanno protestando per la Legge El Khomri, addirittura una petizione online ha raccolto un milione di firme per la sua abolizione. Descritta come una norma che “risponde alla rigidità del mercato del lavoro e che rilancerà l’occupazione”, la nuova legge sul lavoro francese prevede numerosi punti controversi per i quali i lavoratori francesi hanno dichiarato battaglia senza esclusione di colpi, in particolare la diminuzione degli stipendi oppure l’aumento delle ore di lavoro, definibile da parte del datore di lavoro per mezzo di un accordo aziendale (non strettamente legato a difficoltà economiche). I dipendenti sono tenuti ad accettare questo mutamento, pena il licenziamento.
Le ore di lavoro giornaliere potranno essere al massimo non più 10 al giorno ma 12. Inoltre gli straordinari non vengono più retribuiti come in precedenza, cioè maggiorazione del 25% per le prime otto ore e del 50% per le successive, ma solo del 10%.
In generale si prevede che l’azienda possa aumentare unilateralmente le ore di lavoro dei dipendenti anche per “rispondere a nuovi bisogni del mercato”, per un massimo di due anni. Il rifiuto del dipendente di ottemperare all’accordo può portare al licenziamento. Vengono inoltre facilitati i cosiddetti “licenziamenti economici“, cioè giustificati da riduzione del fatturato per un certo arco di tempo. Vengono abolite le visite mediche al momento dell’assunzione, tranne per i lavoratori esposti “a rischi particolari”.
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