Giornata di scontri e di tensioni ieri in Francia a causa del via alla riforma del Lavoro chiamata Legge El Khomri. Ben sette sindacati hanno richiamato ieri le persone per manifestare contro la riforma del parlamento, una manifestazione che si è trasformata in una protesta serrata che ha causato anche un ferito, un fotografo del giornale Ouest France che è rimasto ferito dal lancio di un oggetto. La violenza della manifestazione ha portato anche alla rottura di vetrine e all’incendio di alcuni cassonetti.
I sindacati hanno invitato alla manifestazione senza remore: lapidario il motto di una delle associazioni dei lavoratori più conosciute per la sua durezza, la Cgt di Philippe Martin, che ha sostenuto “Quando non si viene ascoltati bisogna provare a farsi sentire”.
A Montparnasse dei ragazzi hanno scagliato delle pietre contro i poliziotti, i quali hanno risposto con i lacrimogeni.
Il Ministro dell’Interno ha invece reagito sostenendo che ben 49 persone sono state fermate nel corso della giornata di ieri, e possedevano delle armi improprie che lanciavano contro la polizia.
Adesso in Francia vige lo Stato di emergenza proprio a causa del violento malcontento che ha investito il Paese in seguito all’approvazione della nuova riforma del lavoro.
Il Ministero ha addirittura deciso di vietare le manifestazioni di protesta in diverse città, per contenere le violenze ed il pericolo di ferimenti. A Marsiglia, effettivamente, la situazione ha raggiunto un punto di non ritorno: diversi cassonetti sono stati incendiati, e la polizia infine è stata costretta a disperdere le persone che manifestavano con l’uso di lacrimogeni.
Scene di violenza anche a Tolosa, Rennes e Montpellier, dove sono finite infrante anche le vetrine di alcuni negozi.
A Nantes sono scese nelle piazze almeno 3500 persone, secondo i sindacati.
Infine la polizia ha deciso di intervenire con un braccio di ferro per evitare che accadano disastri sociali: ma sicuramente questo non fermerà la veemente protesta dei sindacati e di tutti coloro che non vedono di buon occhio la riforma del lavoro.
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