Il colpo di Stato dei militari in Turchia è stato sventato, ma la situazione critica permane: adesso il Governo turco sta valutando un “giro di vite” nei confronti dei golpisti e di coloro che hanno sostenuto il colpo di stato.
Recep Tayyip Erdogan per tutta la durata del golpe ha incitato la popolazione a scendere in piazza per “difendere la democrazia“: “Dobbiamo continuare a mantenere il controllo delle strade anche stasera, non importa a quale costo, perché un tentativo di riacutizzazione potrebbe accadere in qualsiasi momento” sostiene adesso il presidente turco.
E la prima stretta nei confronti dei golpisti è quella delle operazioni massicce d’arresto nei confronti dei militari colpevoli di tradimento, più di 1560 fino ad ora gli arrestati, i militari “colpevoli di tradimento” come li ha chiamati il presidente. 2839 i soldati sospettati di aver partecipato al golpe. “La situazione è sotto controllo” ha sostenuto il premier Yildirim. Ma ci sono diversi arresti in corso, e fino all’alba i combattimenti fra poliziotti fedeli e membri dell’esercito golpisti è proseguito. Mentre arriva la condanna internazionale praticamente unanime nei confronti del golpe, il bilancio dei morti è quello di una strage: sono quasi 265 le persone uccise, di cui 104 sono golpisti, 100 poliziotti e soldati fedeli ad Erdogan, ed anche 47 civili.
Il ruolo dell’esercito in Turchia è sempre stato quello del tutore della laicità rispetto all’islamizzazione promossa da Erdogan, ma è innegabile che negli ultimi tempi anche le forze armate abbiano subito un indebolimento, con la diminuzione delle prerogative ai militari. Dopo questo tentato golpe, è probabile che l’esercito verrà ampiamente risistemato dal governo.
“Le forze armate della Turchia rimuoveranno i membri della “struttura parallela”” ha sostenuto il capo di Stato Maggiore provvisorio, Umit Dundar. La struttura parallela a cui fa cenno il presidente è quella capitanata da Fethullah Gulen, religioso nemico del governo: eppure Gulen ha condannato l’attacco e quindi ha definito “irresponsabili” le parole di Erdogan nei suoi confronti.
Intanto i lavori della 40esima sessione del Comitato UNESCO sono stati “sospesi fino a nuova comunicazione” in conseguenza ai disordini.
Erdogan ha sostenuto che coloro che hanno sostenuto il tentativo di colpo di stato pagheranno un prezzo “altissimo”.
Il primo ministro Yildirim ha sostenuto che la Costituzione Turca non prevede la pena di morte, tuttavia la possibilità della sua introduzione verrà considerata. Durante queste ore un hasthag particolarmente diffuso è #Idamistyorum, che significa “voglio la pena di morte”.
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