Istanbul, autobomba in centro, almeno 11 morti e 36 feriti

Sarebbero almeno 11 i morti e 36 i feriti dovuti dallo scoppio di un’autobomba questa mattina ad Istanbul, in Turchia.
La Turchia torna ad essere uno stato insicuro, colpito al cuore da attacchi terroristici “mordi e fuggi” che ogni volta lasciano a terra innumerevoli morti.
L’autobomba esplosa, secondo le prime ricostruzioni, si trovava accanto alla fermata dell’autobus in Piazza Beyazit, nel centro di Istanbul, poco distante dall’Università e dal Gran Bazar.
Lo scoppio è avvenuto attorno alle 8:30, a fianco della fermata della metro Vezneciler, a poca distanza da alcuni degli hotel più noti e frequentati della città e dai principali siti turistici e culturali di Istanbul.

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La stazione della metropolitana è stata chiusa per sicurezza.
L’autobomba sarebbe stata azionata a distanza, mentre sulla via passava un veicolo della polizia anti sommossa che viaggiava verso l’Università.
Il governatore di Istanbul, Vasip Sahin, ha sostenuto che oltre che 11 morti ci sono anche 36 feriti, tre dei quali versano in condizioni piuttosto gravi.
Le vittime sono sette agenti della polizia e quattro civili che si trovavano in zona.
Alcuni testimoni hanno sostenuto di aver anche udito degli spari dopo la deflagrazione.

Dalle fotografie si poteva vedere la polizia che ispeziona il luogo dell’esplosione, cercando eventuali ordigni non esplosi.
Un tribunale turco ha emesso un divieto parziale per i media sulla diffusione delle notizie riguardo all’attentato, come sostenuto dall’autorità turca sulle telecomunicazioni, la RTUK.
Ad ogni modo non si conosce ancora precisamente la dinamica dell’attentato.
Sui social network diverse foto mostrano le vetrine dei negozi vicini al luogo dell’esplosione completamente distrutte: l’auto imbottita di esplosivo ha distrutto parte della strada.

Con l’attentato di oggi, i morti per attentati in Turchia dal luglio dell’anno scorso sono diventati più di 200: una vera e propria ecatombe per il Paese che vuole entrare nell’Unione Europea.
A marzo un attacco kamikaze nella capitale turca Ankara, nel parco pubblico Guven (sempre alla fermata del bus) fece ben 37 morti. A febbraio del 2016 era avvenuto un altro attentato, sempre ad Ankara: 28 morti, anche in questo caso l’esplosione era avvenuta mentre passava un mezzo militare.
In tutti i casi, il governo ha sempre sostenuto la responsabilità del partito ribelle curdo, il PKK, nella pianificazione ed organizzazione degli attentati che hanno mietuto centinaia di vittime fra militari e civili.

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