La Black List della Coldiretti: non comprate questi prodotti esteri

La Coldiretti ha stilato una lista nera dei prodotti che vengono dall’estero e che sono spacciati per italiani, grazie anche a dichiarazioni mendaci e non veritiere, e che contengono sostanze dannose per la salute e vietate dall’UE.
La Black List degli alimenti è stata presentata ieri a Napoli al Palabarbuto dalla Coldiretti. Si tratta, sostanzialmente, di un dossier che compendia le analisi fatte dall’Efsa (Agenzia Europea per la sicurezza alimentare) e che contiene le tipologie di prodotti più contaminati, con tanto di Paese di provenienza.

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In cima alla lista dei Paesi dai quali provengono i cibi contaminati troviamo la Cina. Il colosso asiatico ha ottenuto anche il primato per gli alimenti contrassegnati come irregolari perché contenenti micro-tossine, coloranti, additivi non permessi all’interno dell’Unione Europea. Per comprendere l’entità del problema, basti pensare che almeno il 15% delle segnalazioni europee sul cibo contaminato riguarda proprio la Cina. Non solo: come se non bastasse, la Cina ha anche aumentato l’esportazione di prodotti alimentari in Italia.

Il prodotto meno sicuro in assoluto risulta essere il broccolo che proviene dalla Cina, il 92% dei campioni (un risultato davvero stupefacente) presentava residui chimici. Il prezzemolo vietnamita non è da meno: il 78% dei campioni presenta “irregolarità”. Anche il Basilico che proviene dall’India non rispetta le norme europee in sei casi su dieci.

Ad essere entrati nel mirino della Coldiretti, e quindi nella lista nera, anche i melograni che provengono dall’Egitto: il 33% dei prodotti presenta residui tossici, come anche l’11% delle fragole e il 5% delle arance che provengono dal Paese africano.
Il 18% dei campioni di peperoncino della Tailandia sono fuori regola, così come il 15% della menta marocchina, il 14% dei meloni e delle angurie che provengono dalla repubblica Dominicana, il 10% dei piselli che vengono dal Kenya.

Sono percentuali inaccettabili, aggravate anche dal fatto che spesso il Paese di provenienza della merce agro-alimentare non è neppure indicato chiaramente nelle etichette. La mancanza di controlli non è accettabile. La Coldiretti, nella persona del suo Presidente, ha sottolineato come bisognerebbe “rendere pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero”, e liberare le aziende italiane dalla concorrenza sleale straniera che abbassa esponenzialmente i prezzi a rischio della salute dei cittadini.

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