Il consiglio dei Ministri ha dato il via libera preliminare al Decreto legislativo per attuare la stretta sui voucher, dopo le proteste di chi sosteneva l’utilizzo improprio e pro-evasione fiscale di questo strumento messo a disposizione nel mondo del lavoro.
Il nuovo decreto rinnova la disciplina dei voucher soprattutto dal punto di vista della tracciabilità, da sempre uno dei punti dolenti dello strumento pensato proprio per il lavoro occasionale.
Il Governo ha spiegato in che cosa consistono le modifiche prossime allo strumento del voucher per combattere l’utilizzo improprio degli stessi.
Si tratta di un procedimento per la tracciabilità, per cui gli imprenditori che intendono fare uso di prestazioni di lavoro accessorio dovranno comunicare con un anticipo di almeno sessanta minuti all’Ispettorato nazionale del lavoro la propria intenzione.
“Mutuando la procedura già utilizzata per tracciare il lavoro intermittente si prevede che i committenti imprenditori non agricoli o professionisti, che ricorrono a prestazioni di lavoro accessorio sono tenuti, almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione di lavoro accessorio, a comunicare alla sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, mediante sms o posta elettronica, i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo e la durata della prestazione”.
Il vice presidente del gruppo PD nella Camera, Titti Di Salvo, si dice soddisfatto: “Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri, che più volte avevamo sollecitato, e che introduce novità importanti per la tracciabilità dell’utilizzo dei voucher va nella giusta direzione di ridurne drasticamente l’abuso”.
Ma le novità del decreto non si fermano qui: il datore di lavoro subisce anche una riduzione della flessibilità dell’uso da 30 a sette giorni.
Il Governo inoltre conferma l’uso dei voucher per i lavori agricoli limitati a determinate categorie di lavoratori: studenti e cassaintegrati.
Non del tutto soddisfatti altri esponenti del mondo del lavoro. Stefano Mantegazza, segretario di UILA UIL, osserva in relazione al decreto che “nessuna tracciabilità eviterà di pagare 8 ore di lavoro dipendente con un voucher e pochi euro di mancia”.
Il boom dei voucher, si afferma, non è tanto in agricoltura, quanto negli altri settori. I voucher sono stati un metodo di pagamento del lavoro accessorio al quale si era fatto ricorso in maniera pressoché esponenziale nel 2015 e anche quest’anno sembrava seguire questa tendenza. Purtroppo, come spesso denunciato da più voci, più che di un uso si è trattato di un abuso che spesso e volentieri copriva situazioni di rapporti di lavoro subordinato non di tipo occasionale.
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