Aprile è stato un mese nero per l’occupazione italiana.
Sono saliti i disoccupati, come ha rilevato anche l’ISTAT, arrivando ad essere all‘11,7% con un tasso di crescita dello 0,1% per il mese di aprile. Certo, nel frattempo sono saliti anche gli occupati, dello 0,2%. In Italia, complessivamente, lavorano 22,6 milioni di persone, mentre diminuiscono gli inattivi, vale a dire le persone che non hanno lavoro ma neppure lo cercano.
La disoccupazione, però, è uno spettro che cresce e che fa paura.
L’aumento ad aprile non è certo positivo ma bisogna anche prendere atto del fatto che rispetto ad un anno fa la cifra dei disoccupati è scesa dello 0,4%.
I disoccupati in Italia, oggi come oggi, sono circa tre milioni, e ad aumentare il popolo dei senza lavoro sono soprattutto le donne, con un +4,2%, mentre diminuiscono gli uomini disoccupati.
A preoccupare è che ad aumentare sono soprattutto i giovani disoccupati, con un tasso di disoccupazione ad aprile del 36,9%. Gli occupati, secondo l’indagine ISTAT, sarebbero 988mila persone fra i 15 ed i 24 anni.
Gli inattivi, invece, per la stessa fascia d’età, sono almeno 4,3 milioni.
Diminuiscono ad aprile, certo, ma rimane pur sempre una cifra spaventosa e che traccia lo scoraggiamento di una generazione che non crede più nelle possibilità dell’Italia.
Dal calcolo della disoccupazione vengono tolti i giovani che non cercano lavoro e non sono occupati; buona parte di essi, quindi, è inserita in vari percorsi di studio.
Alla ricerca di un titolo che domani possa valere qualcosa, o almeno si spera, nel mondo dell’occupazione.
Il mercato del lavoro continua ad essere caratterizzato da grande instabilità e poche certezze, specialmente per le fasce d’età giovani (prive di esperienza) e per coloro che si trovano disoccupati dopo i 45-50 anni, e che fanno fatica a reinserirsi.
In generale, su base annua, l’ISTAT conferma l’aumento degli occupati ed il calo dei disoccupati, ma comunque ogni mese riserva delle sorprese, non sempre positive, come quelle amare che aprile ha portato con sé.
Non resta che sperare che nei prossimi mesi la percentuale degli occupati possa salire ulteriormente, a riprova della tanto paventata ripresa dell’economia italiana. Che invece, nei fatti, stenta a decollare.
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