M5S espelle 23 attivisti, il Tribunale li riammette: “Regolamento nullo”

Il Movimento 5 Stelle aveva espulso 23 attivisti dal Partito, ma il Tribunale di Napoli ha deciso per la loro reintegrazione nel movimento. “Il Tribunale di Napoli, in sede di reclamo, ha sospeso l’espulsione di 23 attivisti partenopei del M5S, rilevando che i provvedimenti di esclusione sono stati adottati in forza di un regolamento da ritenersi nullo” ha sostenuto l’avvocato Lorenzo Borré, colui che ha presentato il ricorso dei 23 attivisti pentastellati. Il legale ha anche sostenuto che si tratta di un “terremoto per il M5s in quanto cade l’impalcatura su cui si sono basate centinaia di espulsioni e la stessa sospensione di Pizzarotti”.

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I 23 attivisti erano stati espulsi lo scorso 16 febbraio per un gruppo Facebook da loro creato, “Napoli libera”. L’espulsione era stata comunicata tramite una mail dello staff del leader del movimento, Beppe Grillo.
In un passo del dispositivo dei giudici napoletani si può leggere “Dalla fonte ora richiamata, dunque, emergerebbe che non sono contemplati quali organi dell’associazione politica né lo Staff di Beppe Grillo né il Comitato d’appello, sicché i provvedimenti di espulsione, in quanto emessi da organi inesistenti o non legittimati in base ai patti associativi, sarebbero nulli o inesistenti”.

“Un provvedimento storico che ha azzerato giuridicamente e politicamente il regolamento del Movimento costringendo a ripensare la struttura della prima forza politica del Paese” lo ha definito Luca Capriello, avvocato napoletano che era stato espulso dal M5S per aver pubblicato su Facebook non di gradimento al partito.
“Il tribunale, con decisione collegiale ribadisce una ovvietà della Costituzione e cioè che è legittimo l’antagonista politico” ha sostenuto Capriello. “Chi la pensava diversamente veniva trattato come dissidente, poi isolato, in seguito prima sospeso e poi espulso”. Un modus operandi, quello del Movimento 5 Stelle, che in molti non condividono.

Per i riammessi, adesso, la questione non è tanto quella di tornare o meno nel movimento, ma quella di creare “una stagione nuova, di riscrittura dall’interno per costruire davvero la democrazia”.
Adesso a tremare potrebbe essere tutta l’architrave sulla quale si struttura il movimento, per cui chi non sposa le indicazioni o linee del partito viene prima o poi sospeso ed espulso dallo staff di Grillo. Questo era il modo prediletto, fino ad oggi, dal M5S per eliminare problematiche e dissidi: ma da oggi, giuridicamente, questo non ha più alcun valore. Ed il movimento dovrà trovare un altro modo per imporre le proprie decisioni.

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