Migranti, le minacce austriache che potrebbero diventare realtà

L’Austria continua il suo percorso verso la costruzione di un muro al confine con l’Italia, nonostante le reazioni negative da parte di quasi tutti i leader d’Europa. La minaccia dell’Austria è rivolta soprattutto all’Italia, accusata di lasciar passare troppi migranti. Il ministro della Difesa Austriaca, Doskozil, si è anche detto disposto a chiudere del tutto il passaggio del Brennero “in caso estremo”. La condanna degli Stati dell’Unione Europea è stata repentina e corale.

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Il timore del governo austriaco è stato espresso dal ministro della difesa, il quale ha sostenuto che se l’Italia continuerà a lasciar passare i migranti, e la Germania a respingerli, il timore concreto è che “l’Austria si trasformi in una sorta di sala d’attesa”. Proprio per questo l’Austria si è detta disposta a passare ad una soluzione anche “offensiva”, che si traduce in maggiori controlli di confine e nella creazione di leggi ad hoc, fra le quali si attende un inasprimento delle condizioni per la richiesta del diritto d’asilo in Austria, norma che presumibilmente entrerà in vigore a partire dal prossimo giugno.

L’Austria ha preso anche altri provvedimenti contro l’esodo dei migranti, come la riduzione a 37.500 richieste di asilo possibili. Ma basta pensare che nel primo trimestre del 2016 le richieste sono state 17mila per comprendere come questo limite stia già per essere raggiunto.
La misura più controversa dell’Austria, però, consiste nell’avvio dei lavori per la creazione di una barriera di 250 metri di lunghezza, posta ai confini con l’Italia, per limitare laddove necessario l’arrivo dei migranti da parte dell’Italia.

La mobilitazione contro la creazione del muro al Brennero è stata abbastanza condivisa, ed ha portato anche ad iniziative sui social che però lasciano il tempo che trovano. Se non si cerca di trovare delle soluzioni al problema concreto (ed innegabile) di decine di migliaia di persone che stanno raggiungendo in massa l’Europa, il valore degli slogan lanciati su Facebook e Twitter si avvicina pericolosamente allo zero, proprio come quelli dei cosiddetti “populisti”.

L’esigenza di far sì che l’accoglienza degli aventi diritto d’asilo sia bilanciata con quella della sicurezza e dell’ordine nazionale esiste. Dire il contrario è certamente irragionevole. Allo stesso tempo, però, atteggiamenti duri e chiusi come quelli dell’Austria in questo momento rischiano di far implodere una situazione come quella presente; l’Europa, ora più che mai, ha bisogno di essere unita.

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