L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha recentemente rivisto le raccomandazioni sui farmaci e le scorte nazionali da mantenere a disposizione in caso di emergenze da radiazioni. Ecco tutti gli ultimi dettagli.
OMS: tra guerra e precauzioni
Il provvedimento è stato preso dalla World health organization a causa del conflitto russo-ucraino ancora in corso e della preoccupazione per la possibilità di un attacco o di un incidente nucleare da parte di alcuni Paesi che detengono armi nucleari. Pertanto, l’organizzazione ha incoraggiato i Paesi più a rischio a mantenere una quantità sufficiente di farmaci e scorte nazionali per proteggersi in caso di un incidente radioattivo.
Il conflitto russo-ucraino ha riportato la preoccupazione per un possibile attacco o incidente nucleare e le conseguenze letali che potrebbe provocare sulla popolazione. Per questo, in molte parti del mondo, inclusa l’Italia, c’è stata una forte richiesta di integratori di iodio, tanto che l’associazione farmaceutica Federfarma ha dovuto intervenire per garantire l’approvvigionamento. L’integratore di iodio, ad esempio, è uno tra i farmaci che protegge dalle radiazioni, riducendo il rischio di sviluppare il cancro alla tiroide.
Linee guida
L’OMS ha recentemente pubblicato un aggiornamento dell’elenco dei farmaci critici per le emergenze di radioattività e nucleari. Questo elenco è stato creato con lo scopo di fornire una lista di medicinali da conservare in caso di attacco, insieme a linee guida per la loro gestione corretta. Gli esperti hanno sottolineato l’importanza di disporre di farmaci adeguati in caso di guerra o di un’esplosione di una centrale atomica, in modo da aiutare a prevenire complicazioni gravi ed eventualmente salvare vite. Per questo motivo è essenziale tenere sempre aggiornato l’elenco dei farmaci utili per l’energia nucleare.
Il documento più recente visibile sul sito dell’Oms, sostituisce quello che era stato pubblicato nel 2007, ma da allora sono avvenuti molti cambiamenti. Grazie agli sviluppi della medicina di emergenza da radiazioni negli ultimi dieci anni, è stato possibile procedere con l’aggiornamento attuale. Queste innovazioni hanno portato a una maggiore sicurezza nella gestione dell’esposizione alle radiazioni, una migliore preparazione del personale e la possibilità di utilizzare nuove tecnologie per valutare i rischi.
Quali farmaci per attacco nucleare
Secondo il sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, le scorte mediche per l’esposizione alle radiazioni comprendono farmaci che possono essere utilizzati sia per prevenire l’esposizione a radiazioni, sia per trattare le lesioni una volta che c’è stata una esposizione. Tali farmaci possono variare da medicinali che contengono sostanze come iodio o chetoni, a farmaci che possono contribuire a ridurre l’infiammazione o l’irritazione causata dall’esposizione alle radiazioni. Inoltre, alcuni medicinali possono aiutare a prevenire l’insorgenza di complicazioni mediche successive all’esposizione alle radiazioni.
Tra i farmaci, vi sono lo iodio stabile per prevenire o ridurre l’esposizione della tiroide allo iodio radioattivo, gli agenti decorporanti della sabbia chelante come il blu di Prussia, che può essere applicato per rimuovere il cesio radioattivo dal corpo, e il calcio-/zinco-DTPA utilizzato per trattare la contaminazione interna con radionuclidi transuranici. Inoltre, le citochine possono essere usate per limitare i danni al midollo osseo in caso di sindrome acuta da radiazioni (ARS) per scoppio centrale nucleare. Anche altri medicinali per energia atomica, possono essere somministrati per trattare disturbi come il vomito, la diarrea e le infezioni. Inoltre, una buona scorta di emergenza dovrebbe prevedere anche l’assunzione di integratori vitaminici e minerali, come la vitamina C ed E, che possono aiutare a ridurre i danni delle radiazioni.
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