Obama, in occasione della visita ufficiale all’Argentina (dopo il famoso sbarco a Cuba, il primo per un Presidente statunitense dopo 88 anni di tensioni) ha annunciato una notizia che il popolo argentino attendeva con trepidazione da tempo. Giunto a Buenos Aires, Barack Obama ha infatti confermato la volontà di rendere noti i dati ed i documenti relativi ai rapporti fra il governo statunitense e la dittatura militare argentina, una delle pagine più buie della storia del Paese. “C’è un sottobosco da ripulire”, con questa frase Obama avrebbe indicato la volontà di rendere noti al mondo i rapporti in questione.
Il Presidente degli Stati Uniti d’America ha raggiunto nella splendida cornice della Casa Rosada il presidente argentino, Mauricio Macri, attorniato da migliaia di argentini che attendevano i due leader al di fuori della struttura. L’intenzione di Obama di svelare alla luce la questione controversa dei rapporti fra il governo USA e gli esponenti della dittatura militare era già trapelata nei giorni scorsi per bocca della Consigliera della Sicurezza, Susan Rice, ma erano in molti ad attendere la conferma ufficiale del presidente dello Stato. La volontà di spazzare via quel mucchio di ambiguità e segreti che da anni è adagiato placido sulla realtà del rapporto, e probabilmente della connivenza, fra il governo statunitense e la dittatura argentina, è vista come essenziale da buona parte della popolazione.
Obama ha riconosciuto poi, nel discorso, il coraggio di chi “si è opposto alle violazioni dei diritti umani”. E ha annunciato di voler aprire gli archivi, non come gesto simbolico ma come una vera e propria ricerca di verità. Nella consapevolezza che ogni nazione ha passato momenti di luce e di buio, e che nascondere questi ultimi al mondo non è una buona azione.
La storia, secondo Obama, parla anche di questi momenti bui, che è necessario affrontare e non cercare di celare. La storia della dittatura militare in Argentina è stata tragica: oltre 13mila persone sono morte o scomparse (il fenomeno dei desaparecidos). Uno dei fattori più contestati è stato il tardivo intervento degli Stati Uniti d’America contro questo regime.
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