La legge sull’omicidio stradale è entrata in vigore a mezzanotte, con tutte le novità ed i limiti che essa potrà mostrare dal momento della sua applicazione pratica. Molti hanno contestato la norma, altri invece si sono detti soddisfatti. Ma cosa è, nel fatto concreto, la fattispecie di “omicidio stradale” che il parlamento ha elaborato negli scorsi mesi fra navette infinite e polemiche? In realtà questa norma andrebbe compresa al di là del tema. Già, perché molti si fermano al tema della legge: al fatto che lo stomaco della nazione richiedesse una pena più severa per chi commettesse un omicidio a causa della sua guida imprudente, o perché alterato da droghe e alcol.
Ma questa legge dovrebbe essere studiata ed approfondita nella fattispecie, nel confronto lucido e oggettivo con la norma che esisteva già (e vale a dire le aggravanti dell’omicidio colposo per inosservanza delle norme stradali). La nuova legge punisce direttamente chi si pone alla guida ubriaco, o sotto effetto di alcol, o ancora ponendo in essere comportamenti pericolosi (inversione ad U, guida contromano ecc) e provoca la morte di una persona. Le pene variano dagli 8 ai 12 anni di carcere, allungati a 18 se sussistono le aggravanti della fuga o dell’omicidio plurimo. In più, ritiro della patente: la revoca va da un minimo di cinque anni ad un massimo di trenta. Un primo problema della legge riguarda quelle che il codice definisce “manovre sconsiderate”. Quali sono? Infrazioni gravi del Codice della Strada, si ritiene. Ma la gravità è un fatto che sta alla discrezionalità del giudice valutare in concreto. Si ritiene che alcuni esempi rientrino nel fenomeno: ad esempio, viaggiare sopra i limiti superandoli di 50 km/h. Ma questo può creare alcuni diverbi pratici, che l’applicazione in concreto della legge non mancherà a far emergere.
Ci sono problemi applicativi, concreti, che al di là dell’esultanza per una legge che “dovrebbe punire i pirati della strada” sono lungi dall’essere risolti. Si rischia che questa legge penalizzi anche un automobilista prudente. Come qualcuno ha detto, la legge sull’omicidio stradale è un punto di partenza, non un punto di arrivo. C’è ancora tanto da sistemare, tanto da rivedere. Ma i dettagli di questa scultura che è la legge sull’omicidio stradale non devono essere ritoccati in pubblico. Saranno definiti col tempo, con le giustizie e le ingiustizie della sua applicazione in Italia, il Paese più motorizzato d’Europa.
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