Arresti per tutti da parte della Procura. La data del 27 maggio, secondo una fantomatica mail che sta raggiungendo sempre più utenti, segnerebbe quella dell’arresto per evasione fiscale, o anche per riciclaggio, a seconda della questione e della fantasia dei truffatori. Truffatori, già: perché l’ondata di e-mail che si sta diffondendo adesso in Italia segna solamente un altro fenomeno del temuto phishing, ovvero il tentativo di truffatori di riscuotere denaro utilizzando e-mail contraffatte e spingendo gli utenti a “regalare”, ovviamente in buona fede, i loro dati personali.
Le e-mail che si stanno diffondendo in questi giorni fingono di avere come mittente proprio la “Procura della Repubblica”.
Nell’oggetto, invece, si può leggere che “L’arresto entra in vigore dal 27 maggio”. Se aprite la e-mail potrete leggere il vostro nome e cognome, un tentativo di dare un po’ più di veridicità alla missiva. Sarete indicati come persona sottoposta ad indagine. Dopo di che si legge un testo privo di ogni cognizione di causa, dove si informa il destinatario che il suo conto corrente bancario ed il patrimonio immobiliare si trovano sotto sequestro “con l’accusa di mancato pagamento delle imposte e concorso in riciclaggio di denaro” e a seguire un numero di causa inesistente.
Prosegue la fantomatica lettera: “In questo documento lei ha informazioni su come ricorrere in appello, il nominativo del giudice inquirente per la causa che la riguarda, la data e il luogo del dibattimento” e continua “In caso di sentenza di condanna, le verrà confiscata ogni proprietà e rischia una condanna fino a 15 anni di reclusione”.
Insomma, un testo abbastanza minaccioso, per quanto chiunque mastichi qualcosa di nozioni giuridiche possa avvedersi subito del fatto che il linguaggio utilizzato è del tutto privo di senso.
Il numero del procedimento è un link attivo, e viene naturale al destinatario cliccarci sopra: non fatelo, perché in questo modo permetterete al virus di entrare.
Dalla polizia postale è arrivata la conferma di come la Procura della Repubblica sia del tutto estranea a questo tipo di operazione.
La spiegazione è che i truffatori si stanno facendo più furbi: sanno bene che per essere credibili hanno bisogno di riferimenti autorevoli, e che una persona poco esperta difficilmente cestinerà in diretta una e-mail che afferma di provenire dalla Procura. Eppure è proprio quello che bisogna fare: cestinare la e-mail, non aprire assolutamente eventuali link, né tanto meno dare dati personali.
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