Rapporto ISTAT, famiglie senza lavoro, 6 giovani su 10 abitano coi genitori

Il rapporto dell’ISTAT dipinge una realtà impietosa sui giovani italiani. Il quadro del lavoro, per cominciare, è abbastanza disastroso secondo il rapporto annuale ISTAT, fra i peggiori di tutta Europa; la disuguaglianza sociale anziché diminuire cresce, così come quella del reddito. Non solamente fattore di discriminazione sono l’età, il titolo di studio, ma anche il sesso. E l’indice di povertà rimane alto, troppo alto, specie al sud, dove il disagio economico è piuttosto diffuso.

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I NEET, la generazione dei giovani che non studiano ma non lavorano neppure e che sono ancora a casa dei genitori, è cresciuta esponenzialmente rispetto al 2008, ma decresce rispetto al 2014 del -2,7%.
L’istruzione ne ha risentito positivamente: in tempi di crisi del lavoro, sono molti i giovani che scelgono di studiare per impiegare i loro anni in maniera produttiva. Certo, non sempre il titolo di studio si rivela poi trampolino di lancio per il mondo del lavoro, anzi. Una buona percentuale di giovani laureati, addirittura con master e dottorato, scelgono la professione per la quale viene richiesto un titolo di studio inferiore: siamo in una percentuale dal 19% al 23,5%.

L’occupazione, generalmente, cresce dello 0,8% ma anche in questo caso, non si cresce in maniera uguale da tutte le parti: il Meridione è sempre più svantaggiato. Aumentano i giovani imprenditori, mentre le famiglie restano in una situazione di svantaggio per cui in famiglia solamente una persona lavora, la maggior parte dei componenti delle famiglie ha lavori a progetto, e quindi a termine, o part time, che non garantiscono un reddito fisso.

Il 61,8% dei giovani non lavora, tre volte di più degli adulti. Il lavoro temporaneo è utilizzatissimo dalle aziende fra i giovani, e certo non è una garanzia di crescita.
Almeno sei ragazzi su dieci vivono con le loro famiglie, incapaci di crearsi un’indipendenza a causa della mancanza di lavoro. Insomma, il dipinto dell’Italia per l’ISTAT è ancora quello di un Paese che ha tanto da fare.

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