Scandalo Petrobras, Lula accetta l’incarico da ministro

 

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Dopo essere stato travolto dallo scandalo per un’inchiesta sulla corruzione, traffico illecito di denaro e tangenti, l’ex presidente brasiliano Luiz Iniacio Lula da Silva ha deciso di accettare la proposta di una poltrona come ministro nel gabinetto del presidente attuale, Rousseff. L’ha accettato proprio qualche ora fa a Brasilia, la capitale dello Stato, dove si era recato appunto per rendere nota la sua decisione.

Nel frattempo il Brasile è scosso dall’imponente indagine aperta dai giudici federali, i quali hanno contestato all’ex presidente un traffico sospetto di denaro verso una società di sua proprietà, nonché verso un istituto che riporta il suo nome. Il movimento illecito si sarebbe verificato qualche anno fa, subito dopo la fine della presidenza.

Lo scandalo Lava Jato è richiamato dal fatto che ben cinque grandi imprese che erano state coinvolte nel caso sono state accusate di aver effettuato le donazioni verso gli istituti di Lula. Proprio per questo motivo, i giudici sospettano fortemente che il flusso di denaro sia il risultato di attività di corruzione. Non solo, all’ex presidente del Brasile è stato contestato il fatto di aver celato la proprietà di un attico situato a Guarajà, intestato ad un’impresa di costruzioni che è stata coinvolta nello scandalo denominato Petrobras.

Per i giudici si tratterebbe di una tangente indiretta. In ogni caso, mai come in questi giorni la figura del presidente brasiliano è stata così coinvolta da indagini giudiziarie. L’ipotesi di accettare l’incarico ministeriale è volto solamente allo scopo di proteggere Lula rispetto alla possibilità di arresto da parte della procura di San Paolo, come lo stesso quotidiano locale O Globo ha apertamente dichiarato. Insomma, per sfuggire all’arresto Lula si è fatto inglobare nel gabinetto dell’attuale presidente.

Lula ha anche sostenuto che l’indagine aperta nei suoi confronti fosse una vendetta dei giudici contro di lui. Nel frattempo, l’indagine della procura corre veloce, e già decine di dirigenti della compagnia petrolifera Petrobras coinvolti nello scandalo sono stati arrestati. Per ora, però, Lula l’ha fatta franca. Si attende l’esito delle indagini del pool di magistrati di San Paolo prima di poter prevedere ulteriori sviluppi di questo complesso caso fatto di ordinarie storie di corruzione e tangenti.

 

 

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