Sciopero della scuola, ecco per cosa si protesta

Oggi, venerdì 20 maggio, migliaia di istituti scolastici in tutta Italia hanno deciso di scioperare dopo la sospensione dei servizi della settimana scorsa indetto dalla COBAS.
A organizzare lo sciopero di oggi sono state FCL-CGIL, SNALS, Uil scuola e Cisl Scuola.
Le proteste di oggi sono soprattutto rivolte al tema del rinnovo dei contratti di lavoro, una situazione che la stessa Corte Costituzionale ha bollato come illegittima. Questa è la prima delle richieste fatte dai sindacati, che vogliono un contratto “che riconosca in modo adeguato il valore del lavoro in un settore di importanza strategica per il Paese” e quindi anche un innalzamento delle retribuzioni in linea con quelle degli altri dipendenti della Pubblica Amministrazione, nonché con quelle dei colleghi europei.

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Un’altra parola chiave dello sciopero di oggi è partecipazione, ovvero la rivendicazione della volontà – da parte degli operatori scolastici – di agire nel segno della collegialità.
Anche la stabilità del lavoro è al centro della protesta di oggi. Il lavoro precario nella realtà scolastica, infatti, è un fenomeno reale, presente.
I docenti precari sono molti, senza parlare degli ATA, che non vengono assunti nonostante – sostengono i docenti in rivolta – ci siano 12mila posti vuoti.

I sindacati hanno avvertito che la partecipazione allo sciopero “si preannuncia molto alta”. Uno sciopero che vuole “la scuola della nostra Costituzione che non vogliamo vedere esposta a divisioni artificiose e inquinata da suggestioni autoritarie inutili e pericolose”.
In tutte le principali città del Paese si terranno manifestazioni, a partire dalla capitale. A Roma si terrà un corteo, che inizia da Porta San Paolo e termina di fronte al Ministero dell’Istruzione. Presenzierà anche il segretario generale della Cisl Scuola, altri rappresentanti saranno a Firenze e a Napoli per scendere in piazza e reclamare a gran voce la voglia di stabilità e certezza che troppo spesso manca.

Lo sciopero coinvolge tutto il personale scolastico, dai dirigenti ai docenti fino al personale ATA, per i quali lo slogan dei sindacati è che “Il personale amministrativo tecnico e ausiliario (Ata)” è stato “ignorato dalla 107 ma oggetto di attenzioni inaccettabili dalle varie leggi di Stabilità che tagliano l’organico e riducono la possibilità di sostituire il personale assente”.
Inizialmente lo sciopero era programmato per il 23 maggio, ma poi è stato sancito per il 20 per non farlo coincidere con l’anniversario della morte di Falcone, della moglie e della scorta nella strage di Capaci.

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