Siria, emergenza minori: 3mila bimbi intrappolati a Khan Eshieh

Sono almeno tremila i bambini che si trovano in trappola nell’area di Khan Eshies, in Siria, zona sotto assedio e quindi all’interno della quale non si possono introdurre cibo e medicinali. Questi minori, ora più che mai, sono a rischio per la mancanza di alimenti e di medicine. Il campo profughi di Khan Eshieh si trova in Palestina, vicino a Damasco, e a causa dei bombardamenti l’unica strada che permetteva l’accesso (e la via di uscita) è stata chiusa proprio qualche giorno fa. Inoltre, dei cecchini sorvegliano l’ingresso.

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La Fondazione Jafra, che si mobilita per portare aiuto ed istruzione alla zona, ha anche denunciato che tre giovani sono stati uccisi dai cecchini mentre ceravano di scappare, mentre i bombardamenti continuano a risuonare tutt’attorno.
Si tratta di una vera e propria emergenza umanitaria, rafforzata dal fatto che, almeno tecnicamente, il Paese si troverebbe nella fase “cessate il fuoco”. Invece no, i bombardamenti proseguono.

Le persone che vivono accampate a Khan Eshieh riferiscono che farina, carburante e medicinali si stanno esaurendo, e acquistarne non è possibile: in tempo di guerra, i prezzi sono proibitivi. Le strade di accesso al campo profughi sono sbarrate.
Sono almeno 12mila le persone intrappolate a Khan Eshieh, almeno 3mila bambini. Il campo è almeno in parte chiuso, a partire dal 2013.
La strada che portava fino al villaggio è stata soprannominata “strada della morte”, per il rischio che correva chi vi transitava alla ricerca di cibo o medicinali.

L’ultima via che portava al villaggio è stata di recente completamente distrutta. Ora anche Save The Children lancia l’allarme: i profughi sono isolati, in trappola, come in assedio, e senza rifornimenti e aiuti umanitari i bambini non potranno resistere molto.
All’interno del campo profughi è rimasto un medico ed un dentista, ma mancano le attrezzature, energia elettrica, manca l’acqua potabile. Manca tutto, le zone assediate in Siria sono una condanna a morte per la popolazione che viene lasciata lentamente morire, dimenticata, senza poter avere accesso agli aiuti.
Tutt’attorno a Damasco, intanto, i bombardamenti ed i combattimenti si sono intensificati; i posti di blocco non permettono alle famiglie di passare, anche il maggiore ospedale della zona, il Palestina Hospital, è rimasto senza carburante.

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