Terrorismo, tutte le “responsabilità dell’Europa”

Quando si parla di terrorismo, si tocca un tema che ha radici straordinariamente profonde. Secondo un complesso meccanismo causa-effetto, infatti, la reazione violente ed estremista che possiamo vedere oggi nelle nostre città, che abbiamo visto a Parigi a novembre, e che risuona nelle nostre orecchi in Siria e nel Medio oriente ogni giorno, non è dovuta al caso. Non è semplice ipotizzare quali siano i fili che, tirati, abbiano condotto a questa esplosione di violenza. Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, non ha paura però ad ammettere responsabilità anche europee, e lo ha fatto nel corso di un discorso agli studenti di un’università del Camerun, nazione che sta visitando in questi giorni.

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Una cattiva conduzione degli scontri e delle lotte intestine nel Medio Oriente, in Africa, può aver portato a tutto questo. “Non aver saputo affrontare le ragioni delle crisi, se non addirittura nell’aver concorso a creare” continua il Presidente “condizioni di instabilità”. Eccole qui, le colpe dell’Occidente (Europa ma non solo). Essere intervenuti in Paesi dalla cultura completamente differente e complessa, aver voluto a tutti i costi imporre una regolamentazione non scevra da interessi economici, salvo poi rendersi conto di non essere stati in grado di gestire vere e proprie polveriere pronte ad esplodere. Sergio Mattarella lo ricorda all’indomani della cattura del terrorista numero 1, Salah Abdeslam, ferito ed arrestato a Bruxelles il 18 marzo, dopo mesi di ricerche e tentativi, blitz e terrore.

Ma Mattarella ha uno sguardo anche più ampio: ricorda che i tre milioni e mezzo di rifugiati che stanno adesso bussando alle porte dell’Europa siano il risultato di “conflitti scoppiati negli ultimi cinque anni in Africa”. Non ha dubbi, il Presidente: “La crisi va affrontata e risolta”. L’Europa si ritrova adesso a gestire una situazione che ha dell’ingestibile, con palliativi che non servono a nulla se non a creare maggiore instabilità sociale e tensioni a non finire. Mattarella ricorda in proposito: “Non è uno scontro di civiltà”. Perché “Non si ha civiltà laddove la vita umana non ha alcun valore”. Parole dure, che riportano al tema non solo del terrorismo e della minaccia dell’IS, ma anche a quello dei milioni di migranti che stanno mettendo in ginocchio il sistema di accoglienza europeo.

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