Sono già trascorsi cinque anni dal disastroso terremoto con annesso tsunami che ha colpito il Giappone, causando circa 19mila vittime. Il Giappone, 5 anni dopo, si ferma a ricordare le sue vittime, per un minuto di rispettoso silenzio alle 14.16 (ora italiana: 6:46 del mattino).
Era l’11 marzo del 2011 quando il terremoto magnitudo 9 colpì con violenza l’isola nipponica. Oggi come oggi, quel violento disastro naturale ha lasciato numerose cicatrici, ma anche problematiche sociali tutt’oggi aperte: come le quasi 174mila persone che ad oggi non hanno una dimora stabile. Per lo più si tratta di persone che vivevano nel territorio di Fukushima, il più devastato dal disastro. Almeno 59mila di loro sono attualmente stabiliti in edifici temporanei. Alla cerimonia di commemorazione dello tsunami svoltasi a Tokyo ha partecipato l’Imperatore, il premier Shinzo Abe e diversi sopravvissuti.
In occasione di un’intervista concessa poco prima di questo triste anniversario, Abe aveva parlato di una ripresa più rapida del Giappone, promettendo altri cinque anni di “rivitalizzazione” dei sistemi economici del Giappone del Nord. Lo scopo del premier è quello di far tornare quante più persone possibili a Fukushima entro il marzo dell’anno prossimo. Non solo: si parla di economia e si parla anche di turismo, spingendo per riaprire le coste del Giappone. Il Governo giapponese ha investito davvero molto nel processo di ricostruzione, quasi 32mila miliardi i yen, cifre enormi che però non si spiegano dati i lavori particolarmente lenti di decontaminazione e ricostruzione.
Nel frattempo la storica decisione del tribunale di Otsu, che ha accolto il ricorso di molte persone che abitano poco distante dalla centrale nucleare di Takahama, potrebbe dare il colpo di grazia a tutti i progetti nipponici sulla prosecuzione dei progetti di energia nucleare. Questo potrebbe fermare definitivamente, stante la volontà dei cittadini, la costruzione e la regolamentazione delle centrali nucleari già presenti. Risulta inutile negare che, fra polemiche e difficoltà nella gestione, il Giappone del dopo-Fukushima sta percorrendo un periodo davvero difficile. L’elettricità costa il 40% in più, il deficit del commercio si fa sentire, il Giappone non è più identico all’immagine del colosso orientale che fino a qualche anno prima ombreggiava gli altri mercati economici mondiali.
La passione per la scrittura e il giornalismo ha portato la creazione del portale Giornalenotizie.online