Oggi festeggiamo un triste anniversario, è trascorso ormai un anno dal giorno in cui, attraverso una nota, si comunicava al mondo intero che la città cinese di Wuhan era stata isolata a causa di un epidemia da covid-19.
Mai avremmo potuto pensare che presto sarebbe diventato un problema mondiale destinato a cambiare anche i nostri assetti economici e sociali.
La Cina è in gran parte riuscita a tenere sotto controllo i suoi focolai e Wuhan, che conta più di 11 milioni di persone, oggi è una città completamente diversa dalla città fantasma che abbiamo visto in tv, il traffico ha ripreso a circolare regolarmente, i marciapiedi brulicare di persone e l’economia è ripartita completamente.
È dall’8 aprile, data in cui è stato revocato il lockdown, che Wuhan è stata in gran parte priva di grossi focolai, persistono dubbi su dove abbia avuto origine il virus e se le autorità cinesi abbiano agito velocemente e con sufficiente trasparenza per consentire al mondo intero di prepararsi a una pandemia che ha colpito più di 98 milioni di persone.
In un articolo di “Science Magazine” di questo mese si fa riferimento a una serie di studi che sembrerebbero avvalorare l’ipotesi che il virus esistesse già al di fuori della Cina prima del dicembre 2019.
Riportiamo in versione tradotta dalla rivista: “Dato il ritrovamento di Sars-Cov-2 sulla superficie di imballaggi alimentari importati, il contatto con cibi crudi contaminati potrebbe essere un’importante fonte di trasmissione di Sars-Cov-2”.
Il mondo scientifico si dice scettico su tale possibilità.