Biodiversità, il mondo è a rischio: metà degli ecosistemi sono compromessi

Ne hanno parlato come di “recessione ecologica, che non si vede”. Stiamo parlando di un dato preoccupante, senz’altro sottovalutato, come quello della perdita della biodiversità. Uno studio di un gruppo di ricercatori internazionali, guidati da Tim Newbold, professore universitario londinese, è stato pubblicato una manciata di giorni fa su Science. I dati che esso contiene sono preoccupanti: su almeno 39.123 specie analizzate, nel 58,1% della superficie terrestre dove abita più del 70% dell’umanità, la perdita della biodiversità è così grave da aver compresso anche la capacità dell’ecosistema di sostenere la presenza umana.

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Lo sfruttamento del suolo, la presenza delle società umane ha messo i livelli di biodiversità sotto quello che è stato definito “il livello di guardia”. “I politici si preoccupano molto delle recessioni economiche, ma la recessione ecologica potrebbe avere conseguenze ancora peggiori, e il danno alla biodiversità che abbiamo subito aumenta il rischio che ciò accada” ha sostenuto Newbold “fino a quando non saremo in grado di invertire il trend, giocheremo a una roulette ecologica. Questa è la prima volta che abbiamo quantificato l’effetto della perdita di habitat sulla biodiversità a livello globale in modo così dettagliato, e abbiamo scoperto che nella maggior parte del mondo la perdita di biodiversità non più entro il limite di sicurezza suggerito dagli ecologisti: i più grandi cambiamenti sono avvenuti in quei luoghi dove la maggior parte delle persone vive e questo potrebbe influenzare il loro benessere fisico e psicologico”.

“Per farvi fronte, dovremmo preservare le restanti aree di vegetazione naturale e rigenerare i territori utilizzati dagli umani” ha concluso il professore.
La perdita di biodiversità non è solo perdita della ricchezza naturale terrestre, ma si misura anche in termini negativi dal punto di vista economico e per lo stesso uomo. Gli ecosistemi considerati “compromessi” in maniera grave sono quelli dove la perdita della biodiversità supera il 10%. E oggi come oggi sono davvero troppi. “Una roulette ecologica” è stata definita dal professore Andy Purvis, del Natural History Museum.

C’è il rischio di estinzione per molte specie animali, c’è anche il rischio che il nostro stile di vita diventi realmente non più sostenibile per il Pianeta.
I luoghi dove si sta registrando una maggiore perdita di specie animali sono Sudafrica, Asia centrale, Argentina e Stati Uniti d’America.
“Sappiamo che la perdita di biodiversità interessa la funzionalità dell’ecosistema, ma come questo avvenga” sostiene Newbold “non è del tutto chiaro. Quello che sappiamo è che in molte parti del mondo ci stiamo avvicinando una situazione in cui potrebbe essere necessario l’intervento umano per sostenere la funzionalità dell’ecosistema“.

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