Elena Ceste, 30 anni di galera al marito
E’ terminato come peggio poteva finire per Michele Buoninconti il processo a suo scapito, per l’omicidio della moglie Elena Ceste trovata morta in un canale vicino a casa sua molto tempo dopo la sua scomparsa.
Il processo decisivo, svoltosi al tribunale di Asti, ha sancito la condanna totale per il Buoninconti, reo di aver prima ucciso la sfortunata Elena dopo un forte litigio e quindi di averne occultato il corpo.
Tutto iniziò il 24 gennaio 2014
Era una donna casalinga a tutti gli effetti Elena Ceste, sposata con quattro figli da seguire tutti minorenni e un marito che aveva il suo lavoro fisso. Poi all’improvviso, in quell’armonia famigliare, qualcosa si è rotto.
Elena Ceste ha cominciato a chattare tramite Facebook con amici passati della scuola superiore che frequentava da ragazza e per staccare dalla routine quotidiana, pare si sia vista anche con uno di loro. Ma che cosa è successo la mattina del 24 gennaio 2014? La ricostruzione dettagliata del PM che ha condannato il marito Michele Buoninconti a 30 anni di galera, ha emesso che l’uomo tornato a casa quella stessa mattina abbia avuto un forte litigio con la moglie per problemi di gelosia, e abbia brutalmente ucciso la povera Elena Ceste.
Quindi ha caricato il corpo nella macchina e lo avrebbe così messo nel canale completamente privo di vestiti, quei vestiti poi ritrovati dalle forze dell’ordine poche ore prima nella casa di Costigliole d’Asti. Una triste vicenda che ha avuto il suo verdetto e che emette non solo la rovina di una famiglia intera dove una madre è morta e un padre finirà i suoi giorni in carcere, ma anche della distruzione di quattro giovani figli abbandonati a se stessi e momentaneamente affidati ai nonni materni.
La corte ha così una volta per tutte fatto chiarezza su un caso di omicidio che a livello mediatico ha tenuto tanti telespettatori incollati allo schermo televisivo.
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