Le elezioni spagnole sono state vinte dal PP, il Partito Popolare, che ha così sconfitto la sinistra Podemos. IL PP, partito di centro destra con leader Mariano Rajoy, festeggia il 33% dei voti, anche senza la maggioranza.
Dopo sei mesi di attesa, finalmente il voto ha deciso un vincitore, anche senza maggioranza: il centro destra vince di fronte al socialismo dei partiti di Psoe, Podemos e Ciudadanos. Però il Partito Popolare, anche se più forte (ha ben 14 deputati in più) non riesce a trovare una netta maggioranza.
Addio quindi al governo di sinistra del sogno di Pablo Iglesias, adesso è più probabile che la PP si allei con il Psoe per cercare una base di governo più solida.
Il PP di Mariano Rajoy è cambiato e si è rafforzato, con 14 deputati in più, 138 su un totale di 350, ed il 33% dei voti guadagnati in questa votazione. Ciudadanos ha pagato lo scotto scendendo da 40 a 32 seggi, mentre i voti a suo favore si sono ridotti al 12,9%; i voti dei socialisti sono invece al 22,8%. Adesso è il tempo di trovare nuove stabilità e nuove alleanze per consolidare la struttura del governo spagnolo.
Certo, l’alleanza del Psoe di Sanchez con il Partito Popolare potrebbe segnare la fine del suo partito, ma potrebbe essere l’unica soluzione, anche perché l’alleanza con Iglesias è esclusa a priori: Podemos vuole il referendum per l’indipendenza, il Psoe invece è nettamente contrario all’idea.
Adesso quindi lo scenario politico spagnolo si trova di fronte ad una certa impasse.
Il centro destra ha vinto le elezioni, superando nettamente in quanto a voti tutti i partiti di sinistra.
Rajoy ha optato fin da subito il suo programma di governo: una coalizione con i socialisti di Ciudadanos, per guidare il Paese. Sanchez finora ha detto no, ma se vuole una rappresentanza potrebbe dover cedere al partito vittorioso.
Per ora la situazione politica spagnola rimane abbastanza complessa, un quadro incerto che, nonostante la vittoria, è destinato a nuove evoluzioni. I quattro candidati si sono espressi negativamente circa la possibilità di un ritorno alle urne. Adesso quindi è il tempo delle trattative con il partito vincente.
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