Airbus dell’Egyptair precipitato in mare, è stato terrorismo o incidente?

Un altro aereo che scompare per qualche ora, altri minuti di angoscia ed apprensione, e poi il ritrovamento del relitto a 130 miglia dalle coste dell’isola di Karpathos, in Grecia.
L’Airbus della compagnia Egyptair era partito alle 23:09, ora europea, dall’aeroporto parigino di Charles de Gaulle.
Volava verso il Cairo, portava a bordo 66 persone, compresi un bambino e due neonati, trenta persone di nazionalità egiziana e quindici francesi. C’erano anche uomini della sicurezza a bordo con l’equipaggio. Alle 02:29, ora egiziana, mentre sorvolava la zona compresa fra Creta e Rodi a 37mila piedi d’altezza, è improvvisamente scomparso dai radar.

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Le ricerche affannose del relitto sono durate ore questa mattina, già nei primi momenti è sorto il dubbio poi confermato che l’aereo potesse essersi inabissato, anche se risulta alquanto strano il fatto che non sia stato lanciato alcun allarme da parte del velivolo.
Più precisamente, su questo punto c’è un giallo: la compagnia area sostiene che un messaggio di SOS è giunto alle 02:26, ora egiziana, ma un segnale di emergenza è stato captato due ore dopo, alle 04:26. Il primo ministro egiziano però esclude queste notizie, sostenendo che nel secondo caso non si è trattato di un allarme bensì di un segnale dell’apparecchio per la localizzazione del relitto.

Adesso, mentre navi militare si recano sul luogo del disastro per recuperare il relitto, si cerca di comprendere i ruoli di responsabilità nella vicenda.
La compagnia aerea alla quale appartiene l’Airbus invita alla prudenza sulle cause, ma in molti parlano già di attentato. L’ipotesi di un errore umano da parte dei piloti perde piede per il fatto che il tempo era buono. Il collasso dell’aereo in quella fase del volo, dovuto ad un errore o guasto, è abbastanza da escludere, dato che l’aereo era di recente costruzione (2003).
L’aereo è esploso alla stessa quota del Metrojet russo che qualche mese fa è precipitato nell’area del Sinai, presumibilmente per un ordigno che viene programmato per esplodere ad una certa altezza. L’attacco venne poi rivendicato dall’ISIS.

In una certa fase del volo, basterebbe anche pochissimo esplosivo per distruggere l’aereo e comprometterne la struttura con danni letali.
Proprio per questo motivo una delle piste più seguite al momento è quella del terrorismo.
Il Premier egiziano, Sherif Ismail, ha detto che “non si può escludere nulla“; stessa frase da parte del Ministero Francese, che ha allestito una cellula di crisi per le famiglie dei quindici francesi che si trovavano sul volo.
Hollande ha telefonato ad Al-Sissi e i due starebbero cooperando “per accertare” le circostanze della caduta del volo, all’Eliseo si è tenuta una riunione fra ministri.

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