L’economia cinese? Non arretrerà. Il colosso asiatico dimostra un’incrollabile fiducia assoluta in sé stessa, nonostante le previsioni del 2016 parlino di complicazioni ulteriori, non vi sarà alcun brusco crollo dell’economia cinese. Eppure, al contempo, non si può neanche sottovalutare il rischio che con sé portano le nuove previsioni sul futuro dell’economia del Paese.
Il presidente del comitato per Riforme e Sviluppo, Xu Shaoshi, ha dichiarato che in ogni caso non vi sarà alcun brusco crollo dell’economia, ed ha richiamato all’ordine ed alla tranquillità. Nel contempo, però, Shaoshi ha parlato anche di “non sottovalutare i rischi” da parte del governo cinese, come dichiarato nel corso della sessione del Congresso Nazionale del Popolo. Shaoshi ha parlato in particolare di “sfide attuali”, cioè di una difficoltà economica globale, generalizzata, che non investe solo la Cina, e che potrebbe dilungarsi ancora per un buon periodo di tempo.
Le forti oscillazioni dei mercati, la caduta dei prezzi di molte materie prime, sono tutti “fattori d’incertezza” che possono in qualche modo interagire anche con lo sviluppo economico della Cina. Shaoshi mantiene un tono pacato, quasi in punta di piedi, parlando di “anno delicato” riguardo al 2016, e comunque esprimendo una fiducia assoluta nella crescita economica del suo Paese.
Molti però sono i tratti di incertezza che delineano la reale situazione economica della Cina, per la prima volta di fronte ad un contesto economico abbastanza incerto e dagli sviluppi non del tutto prevedibili, almeno nel primo periodo. Infatti le autorità hanno stimato una crescita del PIL fra il 6,5 ed il 7%, senza indicare un valore più preciso: è la prima volta.
Negli ultimi venticinque anni il PIL cinese è sempre cresciuto a ritmi impressionanti, alla fine del 2015 si assestava al 6,9%, il valore peggiore degli ultimi anni. Certo, si tratta comunque di un valore molto superiore rispetto alla maggior parte dei paesi europei. Anche il capo del governo cinese ha sostenuto che “problemi grandi e complessi” aspettano il gigante asiatico nel corso dell’anno. Anche la Cina sembra cadere vittima di quel vortice di recessione e crisi che sta investendo il mondo, senza fare più distinzioni di sorta.
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